E anche quest’oggi rieccoci qui,
su “Gocce d’inchiostro”, in occasione di una recensione nuova di zecca. Una
recensione che, non discostandosi molto dalle ultime pubblicate - vi rimando,
ad esempio, qui alla mia recensione riguardo The Summoning. Il richiamo delle ombre di Kelley Armstrong, e qui
alla mia recensione riguardo Dreamless.
Nell’aldilà ogni notte è per sempre di Josephine Angelini -, sarà piuttosto
positiva.
Rullo di tamburi!
Ogni famiglia ha i suoi segreti,
ogni amore ha la sua ricompensa.
Autore: Lucinda
Riley
Titolo originale: Hothouse Flower
C. E.: Giunti, collana A
Prezzo: 9.90 euro
Pagine: 615
Genere: Romantico Adult
Trama: Da bambina, Julia trascorreva molte ore felici nella incantevole tenuta
di Wharton Park, dove suo nonno coltivava con passione le specie più rare ed
esotiche di orchidee. Quando per un terribile colpo del destino la sua vita
viene sconvolta, Julia – ormai un’affascinante e affermata pianista – torna
istintivamente nei luoghi della sua infanzia. Spera con tutto il cuore che
Wharton Park la aiuti a capire che direzione prendere, come è avvenuto in
passato. Da poco, però, la tenuta è stata rilevata dal carismatico e ribelle
Kit Crawford che, durante i lavori di ristrutturazione, ha trovato in villa un
diario risalente al 1940, forse appartenuto proprio al nonno di Julia. E,
mentre con l’avanzare dell’inverno l’attrazione tra Julia e Kit cresce di ora
in ora, Julia sente la necessità di scoprire quale verità si nasconda dietro
quelle pagine annotate. Ed è così che un terribile segreto sepolto per anni
viene alla luce, un segreto potente, che ha quasi distrutto Wharton Park e che
è destinato a cambiare per sempre anche il futuro di Julia. Un’appassionante
storia d’amore dove passato e presente si intrecciano senza sosta. Un racconto
epico e commovente che rapisce fino alla fine.
La mia opinione
Sin
dal momento in cui ne pubblicai il post di Prossima Uscita, Il giardino
degli incontri segreti, romanzo d’esordio dell’autrice britannica Lucinda
Riley, ha catturato la mia, e le vostra, attenzione. In molti, infatti, avete
commentato il post e inviatomi mails a riguardo, chiedendomi se e quando avessi
intenzione di leggere e recensire il tomo. Ebbene, miei cari, quel momento è
arrivato. Giunto solo ieri per conto della gentilissima Casa Editrice Giunti,
collana A, che gentilmente me ne ha inviato una copia, non ho potuto non
fiondarmi immediatamente all’interno delle sue pagine, le sue seicentoquindici
pagine. Ho appena messo in evidenza il numero perché, proprio come voi stessi,
miei cari amici lettori, mi avete fatto raccontato, la mole piuttosto corposa
del volume vi metteva in allerta. E se fosse troppo pesante? La mia
risposta la conoscete già. La mia risposta è del tutto parziale, toccando la
mia soggettività: ognuno di noi ha un proprio intimo rapporto con i romanzi;
c’è gente che preferisce i volumi brevi e di fugace lettura, caratterizzati da
capitoli non molto lunghi e da una impostazione delle pagine non troppo piena,
e c’è chi, invece, apprezza maggiormente i volumi prolissi, lenti, lunghi. E
sapete che, personalmente, rientro in questa seconda fazione. Per me i romanzi
prolissi, i cosiddetti «mattoni» - lasciatemi passare la poca poesia del
termine -, rappresentano qualcosa di unico, magico, che, se accostati ad uno
stile narrativo dell’autore parecchio raffinato e da me apprezzato, hanno la
priorità rispetto agli altri nel rientrare nella lista ufficiale dei miei
romanzi preferiti. Ma, vi assicuro, nonostante Il giardino degli incontri
segreti, protagonista indiscusso della presente recensione, potrebbe,
all’apparenza, sembrare un romanzo lungo e prolisso, così non è. Le pagine
scorrono fra le dita di colui che si ritrova a leggere il volume con rapidità,
lasciando giungere il lettore alla conclusione della storia - perché,
ricordiamolo, Il giardino degli incontri segreti è un tomo stand-alone
- in davvero poco tempo. Così, infatti, Lucinda Riley, autrice del romanzo,
riesce a saziare quei lettori appartenenti ad entrambe le fazioni sopracitate.
E adesso, dopo aver chiarificato questo dettaglio, scendiamo pure negli abissi
della trama de Il giardino degli incontri segreti: una storia
incantevole, deliziosa, fatta di segreti, verità celate e amore.
Inizio
con il dire che Il giardino degli incontri segreti è strutturato in
maniera piuttosto atipica, molto particolare e originale. Nonostante sia
suddiviso in due parti principali, denominate Inverno ed Estate,
il romanzo consta pure di un breve prologo, stampato anche in un font
differente rispetto al resto del volume, che ha il compito di narrare la breve
storia di un’orchidea nera, la quale, però, in realtà, non era nera di natura:
era stata dipinta del colore della pece dal giovane che ne era andato alla
ricerca pur di lasciarle dare l’idea di essere qualcosa d’introvabile; il
giovane desiderava, in effetti, un regalo da donare alla sua sposa tanto bello
e unico quanto la sua amata. E quale dono migliore se non un fiore di una tinta
particolare? Subito dopo questa introduzione, il lettore entra nel vivo de Il
giardino degli incontri segreti, incontrando ufficialmente una dei suoi
tanti protagonisti: Julia, pianista di fama mondiale, una trentunenne di
origine britannica appena ritornata nel suo paese natale dalla Francia per un
motivo di cui non si sa nulla a parte il fatto che sia capace di sconvolgerla e
d’isolarla dal resto del mondo. Sua sorella maggiore, però, Alicia, decide di portarla
nel luogo dove sono sepolti molti ricordi della sua infanzia, una residenza
situata a pochi chilometri dal cottage in cui Julia è rinchiusa ormai da mesi:
Wharton Park. Julia, dopo qualche attimo d’esitazione, assentirà, e raggiungerà
assieme ad Alicia Wharton Park, che, essendo stata messa in vendita dal suo
neo-padrone, sta ponendo all’asta tutti gli oggetti ritrovati al suo interno.
Mentre la nostra Julia, però, starà rovistando fra le cianfrusaglie lì
presenti, incontrerà Kit Crawford, il proprietario dell’immobile.
Immediatamente rammenterà un episodio del suo passato in cui ha incontrato Kit,
e, nel bel mezzo di un racconto e un altro, fra i due, con il tempo, nascerà
qualcosa. E sarà proprio Kit a donare a Julia un diario molto probabilmente appartenente
al suo nonno paterno Bill. Un diario che si trovava nascosto nel pavimento di
Wharton Park. Non essendo più in vita suo nonno, pur conoscere la verità, Julia
sarà costretta a far visita a sua nonna Elsie, la quale l’accoglierà a braccia
aperte e che, in occasione del ritrovamento del diario, le racconterà una
storia che narra di generazioni e generazioni di Crawford, il tutto ambientato
nel sontuoso e antico Wharton Park. Un racconto che pare, prima o poi, si andrà
ad incastrare con la sua stessa storia. Di cosa si tratterà mai? Quali, ma
soprattutto quanti segreti vengono celati fra le mura della residenza dei
Crawford?
Nel
paragrafo precedente, nelle prime righe, parlavo di una struttura atipica del
romanzo, e, nonostante sembrava avessi spiegato del tutto questo particolare,
non è così. Oltre alla questione delle parti in cui è suddiviso Il giardino
degli incontri segreti, miei cari amici lettori, dovete sapere che il tomo
narra pure di due storie parallele, quella di Julia, ambientata nei giorni
nostri, e quella di un’intera generazione di Crawford - nella quale spiccano le
figure di Olivia, Harry e Lidia -, ambientata agli inizi del Novecento, due
storie che, almeno sino al momento in cui non vanno ad incastrarsi in un unico
fulcro, appaiono completamente distanti fra loro, al di là del fatto che
abbiano in comune le stesse ambientazioni. Sarà, infatti, proprio la curiosità
del lettore nel comprendere perché le due vicende vengano portate avanti in
parallelo dall’autrice a spingere colui che si ritrova a leggere le pagine de Il
giardino degli incontri segreti a terminare il volume in poco tempo.
Lucinda Riley, infatti, è stata capace di cedere al suo testo un éscamotage
tecnico sicuramente degno di nota almeno tanto quanto il suo elegante e raffinato
stile narrativo. Sin dal principio del volume, in effetti, sono rimasto
impressionato dalla candidezza della prosa di Lucinda Riley, una prosa
incredibilmente ammirevole, pulita, priva di imperfezioni. Candida, per
l’appunto, come osavo ammettere più sopra. Nonostante nell’ultima parte
l’autrice si abbandoni ad una piega lievemente fin troppo Romance, non posso
dimenticarmi di quanto sia stato affascinato della sua penna in tutta la prima
metà del volume.
A
questo punto vi starete chiedendo: Ma Il giardino degli incontri segreti
possiede dei difetti? Sicuramente Lucinda Riley ha peccato di una sola
imperfezione, all’interno del volume. Un’imperfezione che, accostata alla
piccola sbavatura presente nello stile narrativo - che, ripeto, perde la poesia
che lo aveva caratterizzato inizialmente nella sezione finale del tomo a causa
della presenza di qualche scena Romance - le costa il cinque, come votazione
finale. La lettura de Il giardino degli incontri segreti è priva, per
tutti i primi tre quarti, di colpi di scena, di cui, però, si viene rimpinzati in
continuazione nell’ultimo quarto di pagine. Sinceramente, se da una parte ciò
appaga il lettore affamato di spiegazioni e di un finale con il botto, non può
che lasciar porre qualche domanda a colui che, nella sua linearità, aveva
apprezzato la visione che in precedenza aveva avuto del libro.
In
conclusione, quindi, di sicuro Il giardino degli incontri segreti è un
romanzo che non deve mancare nelle vostre librerie domestiche di genere
Romantico. Un tomo che mescola in maniera sublime presente e passato,
deliziando i suoi lettori dalla prima all’ultima pagina. Se siete appassionati
del genere, non lasciatevelo assolutamente sfuggire.
Consigliato agli amanti del genere Romantico,
e soprattutto ad un pubblico femminile.
Voto:
4 +
Lucinda Riley
Lucinda Riley è nata in Irlanda e
ha trascorso molti anni della sua infanzia in Thailandia, grande fonte di
ispirazione per questo romanzo. Dopo una felice carriera come attrice teatrale
e televisiva, da tempo si dedica unicamente alla scrittura. Vive in
Inghilterra, nel Norfolk, con il marito e i suoi quattro figli. Il giardino
degli incontri segreti è un bestseller internazionale che ha venduto fino a ora
1 milione di copie ed è stato tradotto in oltre 20 Paesi.
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RispondiEliminaGiusto :) C'è sempre il problema wishlist, che tutti noi lettori abbiamo >.<
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaJeanclaude ti faccio i miei più sentiti complimenti. Scrivi in un modo superbo che io, personalmente, adoro, alla follia. Uno stile fresco e allo stesso tempo romantico, davvero benissimo. La recensione è bellissima e questo libro è entrato nella mia, ormai lunghissima, maledetta wishlist :D
RispondiEliminaUh, quanti complimenti! *w* Grazie mille!! Troppo gentile *w* Sono contento che il romanzo sia entrato nella tua wishlist ^^
EliminaNon sono troppo gentile, è la verità Jean <3
EliminaNon è proprio il mio genere ma da come ne parli sembra davvero interessante! (:
RispondiEliminaBe', Deni, se non è il tuo genere, secondo me, è meglio che ti orienti su qualcos'altro :D Dubito che potrebbe farti impazzire ^^
EliminaCiao Jeanclaude, ho un Meme per te sul mio blog! Lo trovi qui: http://blog-romanzo.blogspot.it/2012/06/meme-11x11x11.html
RispondiEliminaGrazie mille :D
EliminaOhibò, ogni tanto un po' di romanticismo ci vuole :D
RispondiEliminaL'unica cosa che mi frena è proprio il fatto che sia un 'mattone', però se dici che comunque è scorrevole e che non è assolutamente pesante, bhè finisce in wishlist :D
Bella recensione, Jean :)
Ben detto, Matteo: un po' di zucchero serve, di tanto in tanto :D Come sono contento che la recensione vi stia prendendo! Questo romanzo merita davvero :) Grazie mille per i complimenti! ^^
Eliminasalve jeanclaude, mi chiamo angela e ho appena finito di leggere il libro che tu hai recensito. ho trovato molti punti in comune con i tuoi giudizi e da lettrice accanita posso dirti che è uno dei pochi libri che è riuscito a sorprendermi. i colpi di scena,che qui non sto a svelare, sono stati dei veri colpi al cuore. questo libro,come pochi prima di lui, mi ha fatto vivere emozioni forti: ero felice e triste con julia, ero arrabbiata e sconvolta per herry ed ero così in pena per olivia che alla fine, che poi fine non era, ho pianto come una lattante.
RispondiEliminaora dopo il mio lunghissimo e forse banale monologo mi congratulo con la tua "penna" che ,per quanto mi riguarda, è strabiliante.
Benvenuta, cara Angela! :D Assolutamente, il tuo non è un "monologo banale", ma uno splendido commento riguardo un tomo altrettanto affascinante ^^ E grazie mille per i complimenti *w* Sei gentilissima :)
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