Come promesso nella premessa
presente nel post di Prossima Uscita relativo a Bleeding Love di Alyxandra Harvey (qui), eccomi qui per proporvi la
mia recensione riguardo un romanzo che ho letto in poche ore, nonostante la sua
mole non sia poi tanto breve. Il sequel di un tomo che, lo scorso hanno, ha
diviso in due gruppi le opinioni dei suoi lettori: chi lo apprezzò, e chi non
lo apprezzò. Di quale romanzo starò mai parlando?
Rullo di tamburi!
L’amore a volte non concede l’ultimo sospiro.
Autore: Asia
Greenhorn
C. E.: Mondadori, collana
Chrysalide
Prezzo: 17.00 euro
Pagine: 499
Genere: Urban Fantasy Young
Adult
Trama: Winter non può
liberarsi dei fantasmi del passato perché ora sa che alla sua natura umana è da
sempre intrecciata quella vampira. Nelle sue vene scorre il sangue delle due
stirpi e il risveglio dei suoi poteri minaccia di travolgerla. Adesso che la
sua esistenza ha smesso di essere un segreto, il Patto tra umani e vampiri è
più che mai in pericolo. A Londra esplode la violenza e un mondo sconosciuto ai
più rischia di venire allo scoperto con conseguenze devastanti. Per proteggere
coloro che ama, Winter non ha altra scelta che abbandonare Cae Mefus e imparare
ad affrontare la voce della Sete che le sconvolge la mente. Forse, però, è
troppo tardi per riuscire a salvare Rhys: l'immortalità che gli ha donato
potrebbe rivelarsi la sua inesorabile condanna.
La mia opinione
Era fine
febbraio 2011 quando Winter, misterioso romanzo dalla copertina
mozzafiato e dalla trama intrigante, sbarcava fra gli scaffali delle librerie
italiane. Per mesi i lettori non avevano fatto altro che porsi mille quesiti
riguardo quel tomo dal magico titolo la cui cover e plot narrativo,
per un bel po’ di tempo, non fecero che rimanere avvolti in un’intrigante aura
di mistero. A partire dalle ultime settimane del 2010, infatti, avevamo
cominciato a ritrovare il termine Winter, «inverno», ovunque:
sugli schermi dei nostri computer, stampato sui segnalibri, appiccicato sul
muro delle librerie. Nonostante non se ne conoscesse praticamente nulla, Winter
era sulla bocca, o meglio, sulla tastiera di tutti. E ciò non poté che portare
al fatto che tutti gli appassionati di Urban Fantasy, non appena vennero a
conoscenza dell’uscita di Winter, corsero in libreria, pronti ad
acquistarlo. Quello che è avvenuto in seguito lo sappiamo piuttosto bene.
Recensioni contrastanti: pareri drasticamente negativi e pareri incredibilmente
entusiastici facevano capolino da tutte le parti durante il mese di marzo. Non
si parlava d’altro. E io, non potendone più, intorno agli inizi di aprile,
presi Winter, immergendomi, spinto da una mia cara amica, immediatamente
nelle sue pagine. Pagine che, rammento, anche se in modo piuttosto sfocato,
scivolarono fra le mie dita piuttosto rapidamente, lasciandomi terminare la
storia di Winter, protagonista del testo, in non molto tempo. Eppure, quando lo
conclusi e lo passai all’amica di cui parlavo più sopra, realizzai che Winter
mi aveva lasciato un gusto amaro in bocca. Desideravo di più. Mi aspettavo di
più. Troppi clichés, mal caratterizzazione dei personaggi, ritmo della
storia incostante. Ecco perché avevo quasi gettato la spugna, con questa saga.
Poi, grazie alla Mondadori, ho potuto cominciare Silver, protagonista
indiscusso di questo post, secondo volume del ciclo - composto da un numero di
tomi ancora non ben definito -, che ho divorato nel giro di poche ore. Mi sarò
ricreduto, oppure Silver mi avrà deluso tanto quanto fece Winter,
un anno fa? Per scoprirlo non dovete far altro che continuare a leggere la
presente recensione. Ma prima, tuffiamoci pure all’interno della trama di Silver,
come d’abitudine.
A
differenza di molti altri romanzi Urban Fantasy destinati ad un pubblico di
Young Adults, le vicende narrate da Silver, e in precedenza anche da Winter,
vengono raccontate attraverso l’utilizzo della terza persona, scelta stilistica
da parte di Asia Greenhorn, autrice del plot, più o meno contestabile
che, però, personalmente apprezzo non poco. Nelle ultime pagine di Winter avevamo
lasciato Winter Starr, giovane sedicenne protagonista della storia, salutare la
sua migliore amica londinese Madison Winston, la quale, in treno, dopo una
breve e pericolosa visita dalla sua compagna d’infanzia Winter, stava
ritornando a casa allontanandosi da Cae Mefus, cittadina della periferia
gallese dove Winter, qualche mese prima, era stata costretta a trasferirsi a
causa dei problemi di salute accusati da sua nonna, Marion Starr. Winter era
stata accolta in casa Chiplin come una figlia da Morwenna e Griffith, come una
sorella da Gareth, Eleri e Dai, i quali, tutti, avevano accettato la sua vera
natura. Al termine di Winter eravamo, infatti, venuti a conoscenza di qualcosa
che aveva turbato la nostra protagonista e ogni persona che le stava accanto:
Winter è una discendente di entrambi le Stirpi - sua madre era una mortale, suo
padre un redivivo - e il suo sangue ha la capacità di donare l’immortalità ai
vampiri. L’originalità principale della mitologia vampiresca creata
dall’italo-inglese Asia Greenhorn, infatti, consiste nel fatto che i suoi
non-morti non sono immortali, come siamo abituati a incontrarli, ma possono
morire proprio come gli umani, anche se pur sempre a distanza di secoli dalla
propria nascita. E poi, come se non bastasse, eravamo stati pure spettatori del
fatto che Winter avesse donato il proprio fluido vitale al ragazzo che ama,
Rhys Llewelyn, vampiro diciottenne che, adesso, quindi, è divenuto immortale.
In Silver ritroveremo tutti i personaggi che avevamo imparato a
conoscere in Winter, ma, cosa ancora più importante, verranno ad
aggiungersene altri, i quali non potranno che portare scompiglio nella vita di
Winter e in quella dei suoi amici. In Silver, inoltre, Winter e Rhys
dovranno fare i conti con le conseguenze che la resa in immortale di lui
ripercuoterà nelle loro vite e nel loro rapporto. E ben presto, come se non
bastasse, realizzeranno che non pochi redivivi sono interessati a vivere per
l’eternità…
Come
dicevo più sopra, prima di cominciare Silver rammentavo poco e niente di
Winter. Avevo, infatti, rimosso parecchi particolari riguardo la sua
lettura. Tutto era piuttosto sfocato. Non ricordavo, ad esempio, niente dello
stile dell’autrice, né i nomi dei protagonisti principali del testo, né
tantomeno l’ambientazione delle vicende, per cui, sin dal momento in cui,
pronto a cominciarlo, ho stretto fra le dita Silver, ero consapevole del
fatto che, in un modo o nell’altro, stessi per lanciarmi in qualcosa di almeno inizialmente
confusionario. Invece, con mio grande piacere, e, devo ammetterlo, anche
stupore, Asia Greenhorn è capace, sin dalle prime righe, di riportare il
lettore all’interno del mondo da lei creato con estrema facilità, riuscendo a
far riaffiorare nella sua mente persino quei particolari appartenenti alla
lettura di Winter che più aveva sepolto in fondo ai suoi ricordi. Particolari
che rendono l’universo della Greenhorn un posto quasi reale, dove la mitologia
colonna portante del plot invade ogni angolo della storia, restando
onnipresente e rendendola piuttosto originale. Ho sottolineato «piuttosto»
perché, in Winter, all’interno di tutto ciò che concerneva la relazione
fra Winter e Rhys, devo ammetterlo, di clichés ne erano presenti
parecchi. Clichés che, sfortunatamente, avevano quasi in toto
abbassato il valore del testo, il quale, però, nell’ultima, più avvincente
parte si era rivelato esaustivo - se ve lo state chiedendo, sì, almeno le mie personali
impressioni riguardo al romanzo le ricordo piuttosto bene. In Silver,
invece, ogni tipo di cliché viene abbattuto, in modo tale da poter
esplorare e analizzare al meglio, facendole incastonare anche nei rapporti fra
i personaggi, ogni peculiarità nata in seguito alla totale esposizione, nelle
ultime righe di Winter, della mitologia vampiresca creata dalla
Greenhorn.
Per
quanto riguarda, invece, lo stile narrativo di quest’ultima premetto subito il
fatto che, effettivamente, proprio a causa sua, a suo tempo, nacquero i
problemi principali che Winter riscontrò nel suo pubblico. Molti
lettori, infatti, non riuscirono ad apprezzare sino in fondo la penna di
Asia Greenhorn, la quale, di conseguenza, fu ampiamente stigmatizzata nelle
recensioni che, l’anno scorso, invasero la Rete. Coloro ai quali non andò a
genio, infatti, si lamentarono della mania della scrittrice di cambiare, nel
giro di poche frasi, drasticamente il POV (point of view) della
narrazione. Cosa che, invece, per quel che mi concerne, rappresenta il più
grande pregio di entrambi i romanzi, pregio sicuramente messo più in risalto
all’interno di Silver che in Winter, essendo stato, quest’ultimo,
il romanzo d’esordio di Asia Greenhorn, e tutti sappiamo che gli esordi
contengono sempre qualche sbavatura. Ciò che, invece, mi ha destabilizzato, in Silver,
e non mi ha fatto alimentare maggiormente il voto finale, è stato il
rallentamento del proseguo delle vicende nella parte incastonata fra la metà e
la fine del volume. Un rallentamento che mi ha fatto storcere il naso più e più
volte, che, però, va a dileguarsi con la vicenda clou del tomo,
presente, però, solo nelle ultime ottanta pagine.
In
conclusione, non posso mica non consigliare la lettura di Silver. Anzi. Silver
è sicuramente un romanzo di rapida e semplice lettura, che termina nel giro di
poco tempo nonostante la mole piuttosto corposa del volume, e che, quindi,
potrebbe rappresentare, sicuramente, un’ottima compagnia per una giornata
passata al mare, sotto l’ombrellone. Certo, prima, se non l’avete letto,
dovrete vedervela con il meno brillante Winter, ma se siete alla ricerca
di una storia carina a metà strada fra il fantastico e il romantico, e
soprattutto non avete ancora letto molti romanzi di genere Urban Fantasy,
lanciatevi pure nella lettura di questa saga. Sono certo che non ve ne
pentirete. E poi, come potete dire di no a delle copertine del genere?
Asia
Greenhorn
Winter Saga
1. Winter,
2011
2. Silver,
2012
+. altri romanzi
Consigliato a quei giovani lettori che desiderano una
storia carina e di rapida lettura
a metà strada fra il fantastico e il romantico.
Voto: 3 ½
Asia Greenhorn
Asia Greenhorn (Londra, 1980) è
cresciuta in una piccola cittadina nel nord del Galles, in mezzo ai paesaggi
incantati dello Snowdonia National Park. Vive a Milano insieme a Crumb, il suo
fedele gatto siamese. Con Mondadori ha già pubblicato Winter, prequel di Silver.
Lo devo comprare, assolutamente..
RispondiEliminaGrazie per la bellissima recensione, come sempre Jean :)
Allora non vedo l'ora di leggere la tua opinione a riguardo, cara Ronnie :) Grazie mille per i complimenti ^^
EliminaPrima o poi prenderò il primo ^^ ormai ho una coda di libri da prendere fin troppo grande LOL bella recensione! (:
RispondiEliminaGrazie mille, Deni :) Gentilissima! Guarda, se vuoi rilassarti e desideri una lettura senza troppe pretese, be', fa proprio al caso tuo ^^
EliminaOddio, ho letto entrambi e la trama non è molto interessante, nel senso che ha molti luoghi comuni e pochi spunti originali, forse una caratteristica nuova è il punto di vista che ruota e viene espresso di rado in prima persona. Personaggi poco profondi e poco caratterizzati... mi sembra di essere tornati alle commedie di Goldoni. Copertina accattivante...vero
RispondiEliminaGrateful for you writing this blog.
RispondiElimina