A distanza di sole ventiquattro
ore, rieccomi qui a proporvi una nuova, conturbante recensione. Se ieri avevamo
puntato i riflettori di “Gocce d’inchiostro” su Silver di Asia Greenhorn (qui, la mia recensione), una lettura di sicuro carina ma allo stesso tempo perfettamente rientrante negli schemi dettati dai “classici” Urban
Fantasy destinati ad un pubblico di Young Adults, il romanzo di cui oggi vi
parlerò infrange ogni sorta di cliché, raccontandoci una storia nuova, originale
e incredibilmente intrigante.
Rullo di tamburi!
E se la nostra vita non percorresse una sola strada…
ma tutte quelle possibili?
Autore: Leonardo
Patrignani
C. E.: Mondadori, collana
Chrysalide
Prezzo: 16.00 euro
Pagine: 344
Genere: Urban Fantasy Young
Adult
Trama: Alex vive a Milano.
Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le
loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e
che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di
questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di
casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma
Jenny non c'è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in
dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro
ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all'età di sei anni.
Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono
incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità. Solo il loro
amore può cambiare un destino che si è già avverato.
La mia opinione
Sono
passati giusto un paio di mesi dal momento in cui Multiversum è sbarcato
fra gli scaffali delle librerie italiane per conto della Mondadori, più
specificatamente all’interno della collana Chrysalide, collana che, sin dal momento
in cui è stata avviata, non fa che portare nel panorama italiano della letteratura
per giovani adulti tomi di calibro piuttosto medio-alto (solo per rammentarvi
qualche titolo, vi rimando, ad esempio, qui alla mia recensione riguardo il bel
Muses di Francesco Falconi e qui a quella dell’altrettanto magnifico Fateful
di Claudia Gray). Multiversum, primo libro di una saga composta da un
numero di volumi ancora non definito, sin dal principio della sua propaganda
pubblicitaria non ha potuto che attirare, assieme alla mia, l’attenzione di
chiunque. Cover mozzafiato, trama intrigante e autore italiano - almeno per i
patriottici come me - sono, infatti, la ricetta indispensabile per un romanzo
che ha tutte le potenzialità di ammaliare fino in fondo i propri lettori. Quando,
lo scorso venerdì, ho avuto il piacere di aprire l’enorme e apprezzatissimo
piego di libri che la Mondadori mi ha inviato - e che colgo l'occasione per ringraziare ancora -, scorti gli splendidi colori
pastello che regnano sulla copertina del volume, sono quasi caduto dalla sedia
della mia scrivania per l’emozione. Avevo sì indicato alla Casa Editrice qualche volume nei cui confronti ero maggiormente interessato alla lettura,
ma, in tutta franchezza, non pensavo che Multiversum sarebbe potuto
giungere. Mentre per gli altri me lo aspettavo. E invece eccolo qui, accanto a
me, appena concluso. Di pareri discordanti, on-line, se ne possono trovare a
bizzeffe, ragione principale per cui non vedevo proprio l’ora di poter
addentrarmi io stesso all’interno del romanzo ed esprimere il mio personale
giudizio a riguardo. Mi sarà andato realmente a genio, oppure Multiversum è uno di
quei romanzi che creano tanta aspettativa, in seguito, sistematicamente,
delusa? Prima di scoprirlo, effettuiamo pure il nostro classico tuffo nel cuore
del suo intrigante plot narrativo.
In
terza persona, Leonardo Patrignani, autore del tomo, ci presenta sin dalle
prime righe la vita dei protagonisti di Multiversum: due ragazzi, due
coetanei, due giovani caratterizzati entrambi da due quotidianità perfettamente
ordinarie. Da una parte abbiamo Alex Loria, capitano della squadra di Basket rappresentante la scuola milanese che frequenta, dall’altra abbiamo Jenny Graver,
semplice teenager australiana dalle origini italiane. Due ragazzi che
abitano, come avete già potuto notare, in due angoli differenti del Globo.
Eppure Alex e Jenny sono connessi. Alex e Jenny si conoscono. Da quattro anni,
infatti, entrambi soffrono dello stesso tipo di sintomi: svengono, si
accasciano al suolo, e s’incontrano. Alex conosce bene Jenny, Jenny conosce
bene Alex. Senza che si parlino. Nelle prime pagine di Multiversum,
però, Alex riesce a pronunciare qualcosa, riesce a porre una vera e propria
domanda a Jenny. «Dove sei?». Dopo qualche attimo di titubanza Jenny
riesce a rispondergli. «Melbourne». E il tutto si conclude con un «Ti
troverò». Una frase, due parole, quattro sillabe: l’inizio dell’avventura
di Alex e Jenny. Alex, infatti, curioso di conoscere la ragazza con cui ha
condiviso quattro anni della sua esistenza, non potrà che raggiungerla a
Melbourne, aiutato dal suo caro compagno super-tecnologico Marco, e sarà
proprio a Melbourne che Alex e Jenny cominceranno a comprendere che in loro
qualcosa non va. Qualcosa non funziona. E tutto non potrà che affluire
all’interno della teoria dei Multiversi. Riusciranno mai Alex e Jenny a
incontrarsi fisicamente? Cosa si nasconderà mai dietro le loro capacità?
A
narrare le vicende che caratterizzano le (dis)avventure di Alex e Jenny è la
prosa di Leonardo Patrignani, autore italiano che esordisce in libreria proprio
grazie a Multiversum, sua primissima fatica pubblicata. Okay, d’accordo,
prima di analizzare il suo stile narrativo, parto con una premessa. Ho letto Multiversum
nutrendo nei confronti di questo romanzo - come credo di aver ben lasciato
intendere nel primo, introduttivo paragrafo della recensione - aspettative
davvero, forse troppo alte. Aspettative che, a causa di svariati elementi, per
certi fronti sono state ben appagate, per altri, invece, no. E la scrittura di
Patrignani rientra in questo secondo gruppo, rappresentando, forse, il fattore
che più mi ha spinto a non esser pienamente convinto di Multiversum al
termine della sua lettura. La penna di Patrignani, infatti, è sicuramente
scorrevole, sicuramente calibrata, sicuramente cristallina e sicuramente di
facile lettura, ma non possiamo mica omettere il fatto che si tratta anche di
una penna ancora molto, forse persino a livelli eccessivi, acerba. Nelle prime
pagine del romanzo mi son ritrovato a fare i conti con delle scelte (?)
stilistiche che mi strappavano via dalla storia, tenendomi al di fuori degli
avvenimenti, senza che mi coinvolgessero mai totalmente. Mi sentivo lontano,
quasi del tutto al di fuori dagli incontri psichici di Alex e Jenny, dai loro
ricordi, dai paesaggi apocalittici che fungevano da sfondo al plot - nonostante
fossero, lo ammetto, piuttosto affascinanti. Intorno a metà volume ero
consapevole del fatto di essere solo uno spettatore, e non parte integrante
degli avvenimenti narrati dalle righe di Multiversum, come invece mi
sarebbe piaciuto. Mi sento in dovere d’affermare, però, che, nell’ultima, più
entusiasmate e avvincente parte, quei difettucci di cui accusavo Patrignani
d’aver intriso il tomo più sopra cominciavano a dileguarsi. Attenzione, però,
questo qui non è un parere oggettivo, ma puramente soggettivo. È probabile,
anzi, ne sono ampiamente convinto, che a molti altri lettori questo distacco
fra colui che si ritrova a sfogliare le pagine di Multiversum e la storia da esso narrata sia andato a genio, e abbia reso Multiversum
un‘ottima lettura.
Ma, se
da una parte mi sono ritrovato a fare i conti con una prosa personalmente poco
apprezzata, dall’altra, in Multiversum, ho avuto il piacere di
riscontrare l’originalità e la tanto bramata ventata d’aria fresca ripromesse dalle recensioni precedentemente lette a riguardo del volume.
Eccome se le ho riscontrate! All’interno di Multiversum, infatti, non
sono riuscito a trovare alcun difetto a livello di plot, un plot
affascinante e indubbiamente intrigante. Un plot che, effettivamente e,
forse, anche finalmente, non pone al centro delle sue vicende una determinata
razza sovrannaturale, ma lascia spazio ad un qualcosa d’incredibilmente
innovativo, un qualcosa che mancava a tutti gli effetti sugli scaffali delle
librerie italiane, ma non solo. Neanche in altre lingue, infatti, è possibile
riscontrare una trama anche solo lontanamente analoga a quella di Multiversum.
E ciò non fa che rendere al tomo un punto a favore in più, da accreditargli nel
voto finale della recensione.
In
conclusione, quindi, stando a tutto ciò che più sopra ho affermato, Multiversum
si è rivelato una buona lettura, una lettura che, però, ha saputo solo in
parte, nonché discretamente, rendere giustizia alle aspettative che nutrivo nei
suoi confronti, nonostante, però, l’ultima sezione del testo stesse cominciando
a farmi ricredere. Per non parlare, poi, del magnifico finale.
Leonardo
Patrignani
Multiversum Saga
1. Multiversum,
2012
+. altri romanzi a seguire
Consigliato a coloro che desiderano un Urban Fantasy
innovativo.
Ma vi consiglio di non nutrire aspettative troppo alte nei
suoi confronti.
Non è completamente privo di sbavature.
Voto: 3 ½
Leonardo Patrignani
Leonardo Patrignani è nato a
Milano nel 1980. Diplomato al liceo classico Giuseppe Parini, ha intrapreso la
carriera musicale col nome d’arte Patrick Wire. Ha girato il mondo con la sua
band, i suoi dischi sono venduti dal Canada al Giappone. Cultore dei giochi di
ruolo, fermo sostenitore dell’esistenza di forme di vita aliene, di professione
doppiatore e lettore appassionato dei romanzi di Stephen King. Multiversum è il suo romanzo di esordio.
Ecco la tua recensione :D
RispondiEliminaBeh che dire, ho messo gli occhi su questo libro già da un po' e sarà nei miei prossimi acquisti, proprio per la sua trama intrigrante! E in effetti... anche le mie aspettative sono alte! Ma leggendo la tua recensione le abbasso un po' (?) così non rimango delusa LOL
Comunque da me c'è un premio per te ^^
LOL :) Essì, Deni, prendilo perché voglio confrontare i nostri pareri (sempre quasi sulla stessa lunghezza d'onda), ma non fare come me. Abbassa le aspettative :) E grazie per il premiooo! ^^
EliminaUna mia amica mi ha prestato Multiversium proprio ieri, e penso che appena finirò Something Strange and Deadly (riuscirò mai a terminare questo libro?) e Il Bacio Maledetto inizierò a leggerlo!Anch'io all'inizio nutrivo delle grandi aspettative, ma leggendo un bel pò di recensioni negative le ho abbassate notevolmente, speriamo bene =)
RispondiEliminaIl bacio maledetto *w* Comunque sì, non è male, ma di certo mi aspettavo qualcosa di meglio, ecco... Fai bene ad abbassare le aspettative ^^ Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi, allora :D
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