venerdì 20 aprile 2012

Recensione: Divergent di Veronica Roth

Bentornati, miei cari lettori!

Quest’oggi, come ormai da un po’ si prospettava, “Gocce d’inchiostro” si occupa di un nuovo romanzo appartenente al genere distopico, genere dal sottoscritto molto apprezzato (vi rimando, ad esempio, alle recensioni più che positive riguardanti Hunger Games di Suzanne Collins, qui, e Delirium di Lauren Oliver, qui), anche se il romanzo di cui a breve prenderemo a parlare non mi ha convinto sino infondo.

Rullo di tamburi!

Una scelta può cambiare il tuo destino.


Titolo: Divergent
Autore: Veronica Roth
Titolo originale: Divergent
C. E.: DeAgostini Editore
Prezzo: 16.90 euro
Pagine: 480
Genere: Distopico YA

Trama: Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza...


La mia opinione

Sono passati tre giorni dall’ultima recensione stilata e pubblicata sul Blog, una recensione positiva, una recensione sentita: la recensione su Un giorno di David Nicholls (qui). E se in quel post avevo utilizzato con parecchio entusiasmo toni melodrammatici, profondi e particolarmente tendenti alla positività, il presente post, sfortunatamente, opponendosi completamente al precedente, sarà carico di dettagli negativi, accostati solo talvolta ad elementi positivi. Divergent di Veronica Roth, infatti, romanzo distopico amato alla follia dai nostri colleghi lettori americani, protagonista di questa recensione, non mi ha convinto sino infondo, e alla base di ciò si trovano delle spiegazioni che, come ormai sono solito fare, verranno man mano espresse. Non ci resta che effettuare il classico salto all’interno del plot narrativo di Divergent, per poi andarne ad analizzare ogni minuzia.

Cover USA del secondo
volume della trilogia,
Insurgent
La voce narrante, nonché protagonista di Divergent è Beatrice “Tris” Prior. Beatrice vive in quella che rappresenta la Chicago del futuro, una Chicago caratterizzata da un sistema di struttura sociale ben definito e rigido, il quale assicura ai cittadini della città pace e stabilità. Chicago, infatti, è divisa in cinque quartieri, i quali simboleggiano le cinque diverse fazioni in cui i suoi abitanti si suddividono. Ogni fazione è, per così dire, devota ad un determinato valore: i Candidi all’onestà, gli Eruditi alla sapienza, gli Intrepidi al coraggio, i Pacifici all’amicizia e gli Abneganti all’altruismo. Ed è proprio alla fazione degli Abneganti che Beatrice e la sua famiglia sono appartenenti, una fazione inflessibile e incredibilmente precisa. Nelle prime pagine di Divergent, però, Beatrice, a cui le regole degli Abneganti sono sempre state strette, si trova in un periodo ben complesso della sua vita. A Beatrice, infatti, raggiunta ormai l’età dei sedici anni, nel giro di pochi giorni verrà chiesto di scegliere se continuare a vivere nella fazione degli Abneganti, oppure di cambiare. Per aiutare i giovanissimi cittadini di Chicago a scegliere la fazione giusta, inoltre, il governo ha da tempo indetto una particolare tradizione: ognuno di loro, prima del Giorno della Scelta, deve svolgere un test orientativo. Al termine del suo test, però, Beatrice sarà più confusa di prima, infatti risulterà compatibile non ad una fazione, bensì a tre. Ed è così che scoprirà d’essere una Divergente. Beatrice, inizialmente, non ha idea di cosa possa significare, e colei che glielo ha riferito non vuole spiegarle nulla, le raccomanda solamente di non farne parola con nessuno, altrimenti potrebbe essere persino assassinata. E quando si ritroverà a dover scegliere a quale fazione appartenere, Beatrice tradirà la sua famiglia, unendosi agli Intrepidi. Ma non è tutto, infatti Beatrice, ormai conosciuta da tutti come Tris, dovrà addestrarsi per superare un nuovo test che, solo se portato a termine in modo giusto, la potrà condurre di diritto e ufficialmente all’interno della fazione degli Intrepidi. L’addestramento sarà lungo, doloroso, stancante. E come se non bastasse, pare che il tenebroso istruttore Quattro sospetti qualcosa sulla sua Divergenza… Riuscirà Beatrice ad affrontare tutto ciò? Chi è, in realtà, un Divergente?

Ebbene sì, miei cari, la trama di Divergent è questa. Articolata, ben costruita, originale. Perfetta. Ma, almeno da quello che è venuto fuori dalla mia personale esperienza, soltanto “sulla carta”. Quella storia che reputavo, infatti, qualcosa di tanto geniale da esser quasi paragonato ad Hunger Games, al magnifico Hunger Games, si è rivelata una delusione. Certo, Divergent i suoi pregi ce li ha - eccome se ce li ha! - e devono anche essergli riconosciuti tutti, dal primo all’ultimo, ma al livello puramente soggettivo devo enunciare, a malincuore, per giunta, che mi aspettavo molto di più.

Cominciamo con lo stile narrativo di Veronica Roth. Che la Roth, infatti, sappia scrivere, pare quasi scontato dirlo. Non a caso, sin dalle prime pagine di Divergent, ciò risulta ben evidente agli occhi del lettore. La sua penna, infatti, pur essendo articolata e particolare, riesce a trascinare il lettore nel proseguo delle pagine e dei capitoli con estrema semplicità e facilità. Nella riga superiore ho parlato di scrittura particolare. La particolarità della penna di Veronica Roth consiste, in effetti, in quello che per me ha rappresentato il difetto più massiccio dell’intero volume: l’autrice, infatti, predilige le sequenze descrittive di gran lunga rispetto alle altre. La Roth, quindi, descrive ogni minuzia degli spostamenti che compie Beatrice e degli spazi da lei occupati, soffermandosi su ogni più piccolo dettaglio. E ciò, molte volte, è un bene. Ma nel caso di Divegnent tutto va a concludersi nel portare il lettore a sentirsi molto distante da Beatrice e dai suoi compagni d’avventura, a creare un grosso distacco tra chi legge Divergent e il plot in esso racchiuso.

Un plot che, come affermato sopra, non passa per nulla inosservato. Come i personaggi che lo popolano. Certo, e qui forse si nota l’acerbità di Veronica Roth come scrittrice, non tutti vengono messi in risalto, molti vengono posti in secondo piano, ma resta il fatto che parecchi, se sviluppati in modo adeguato, potrebbero fruttare molto nei prossimi volumi della trilogia. Parlando di Beatrice: Beatrice, inizialmente, si presenta come la nuova eroina distopica, quella con gli attributi, quella che si fa valere, eppure basta un occhiata lanciatale da Quattro, co-protagonista maschile, per farle esplodere il petto di batticuore. Santo cielo, cara Veronica, ma perché? Beatrice poteva essere sicuramente una delle eroine più memorabili di sempre, una di quelle con il sangue freddo, la nuova Katniss, se vogliamo esagerare. Peccato… Per quanto concerne, invece, il personaggio di Quattro, devo ammettere che si è rivelato una bella sorpresa. La voglia del lettore di venire a conoscenza della sua storia diventa sicuramente una delle sottotrame più avvincenti di tutto Divergent, poiché, oltre alla questione-Divergente, la Roth risulta parecchio abile nel saper creare intrecci interessanti, anche se pur sempre messi molto meno in evidenza rispetto all’intreccio principale, che creano parecchia suspense durante la lettura.

Un ultimissimo appunto prima di chiudere e rimandare tutto, per conferma o disdetta, al secondo volume, sicuramente la seconda metà di Divergent è molto, parecchio più avvincente rispetto alla prima. C’è più azione, c’è più romanticismo, la curiosità del lettore viene appagata da rivelazioni sconcertanti e colpi di scena, gli intrecci si complicano. Ma ciò non basta a risolvere tutti quei difettucci sparsi qui e là per il tomo. Di sicuro incrementa il voto finale, però io vorrei qualcosa in più da questo plot. Perché so che c’è qualcos’altro, sento che potrebbe dire davvero molte altre cose.

Per concludere questa recensione ricca di venature critiche, e parecchio, non posso affermare che Divergent non sia una lettura piacevole, anzi, ma di certo non è il nuovo Hunger Games, come qualcuno ha affermato. Ripongo davvero molte, forse fin troppe speranze nel seguito, Insurgent, in uscito il primo maggio negli Stati Uniti. Mi deluderà?


Veronica Roth
Divergent Trilogy
  1. Divergent, 2012 (Divergent, 2011)
  2. inedito in Italia (Insurgent, previsto negli USA per il primo maggio 2012)
  3. inedito in Italia (libro finale, previsto negli USA per il 2013)


Consigliato agli amanti dei romanzi distopici,
ma non nutrite molta aspettativa, ragazzi. Potrebbe deludervi.


Voto:  3 ½


Veronica Roth

Veronica Roth si è laureata in scrittura creativa presso la Northwestern University e ha esordito giovanissima proprio con Divergent, scritto rubando il tempo agli esami: ora ha 22 anni, vive vicino a Chicago e fa la scrittrice a tempo pieno. Divergent è il suo romanzo d’esordio: uscito negli Stati Uniti a maggio 2011, è restato nella top ten dei libri più venduti per tre mesi consecutivi.

11 commenti:

  1. (attenzione spoiler per chi non ha letto il libro!)

    Ciao Jeanclaude! :) Bella recensione ma a me Divergent non è piaciuto per niente, Beatrice mi ha lasciata stupita (in senso negativo però).. insomma un attimo prima pensa di non poter uccidere Erik e dopo poco uccide il suo amico.. Ma che persona è? Le quasi cinque stelline di Goodreads mi avevano fatto ben sperare e invece mi ritrovo ad aver speso dei soldi per un libro che odio. Mah. Secondo me la Roth credeva di poter costruire la nuova Katniss, ma ha fatto un gran buco nell'acqua. Per non parlare della violenza gratuita che in questo libro abbonda a dismisura. Ma a volte non ti sembrava che Tris fosse proprio cattiva?? E come diavolo ha fatto a uccidere tutta quella gente? Sensi di colpa? Zero, soprattutto se a consolarla c'è Quattro. Ripeto: non posso crederci che agli americani è piaciuta così tanto 'sta roba..
    Comunque nel complesso il romanzo non mi ha convinto nemmeno per quanto riguarda la divisione in fazioni che mi è sembrata abbastanza ridicola. E gli Intrepidi che si ubriacano ai funerali????????????????? Che obbrobrio è?
    Basta smetto.. se ci penso ci sto male!
    Scusami il papiro :)
    V.

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    1. Non devi scusarti, Verox, anzi! Non hai idea di quanto mi possa far piacere leggere delle opinioni così ferme e così decise sul mio Blog :) Tutto ciò che hai detto è vero, ci sono scene molto violente, forti, difficili da digerire, e la personalità di Beatrice risulta alquanto instabile, come ho voluto far intendere nella recensione senza scendere troppo nei particolari. Ma credo che, comunque, l'idea di base sia buona. Sono presenti dettagli un po' inverosimili, ma il distopico è anche questo, no? Per il discorso "Nuova Katniss" sono pienamente d'accordo, anche secondo me la Roth ha cercato di far rivivere il mito. Non riuscendoci, però :)

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  2. Bella recensione! Come non essere più d'accordo? Io all'inizio gli avevo dato 3 stelle, poi alzate in seguito a diverse battaglie mentali vs. me stessa (anche se non credo ne valga 5 come molti dicono). Comunque le cose che più mi han lasciato con l'amaro in bocca sono state:
    1. Non credo che la distopia della Roth abbia un suo perché. Nel senso che il mondo creato è interessante e funziona, ma realisticamente parlando dubito fortemente possa accadere una cosa simile e non credo ci sia una base alla "ribellione" dei personaggi verso la società. Figurati che dopo aver letto la trama, la prima volta, pensavo fosse una distopia con un tocco di magia (quelle mi sono sempre piaciute *sigh*) quindi avevo delle aspettative molto alte!
    2. Il finale l'ho trovato assurdo. Sembra che la Roth abbia preso il turbo verso la fine, uccidendo chiunque le sia capitato sotto mano e cercando di trovare un perché alla ribellione dei suoi personaggi (no, per me non c'era comunque). Inoltre c'è stato un avvenimento riguardante Four (Quattro..?) che mi ha ricordato Peeta in Mockingjay (non voglio fare spoiler, però), e quello mi ha fatto storcere il naso un po' troppo, anche se non è durato.

    Comunque, ribadisco di aver alzato il voto finale perché credo che l'autrice si sia soffermata più che altro sui personaggi (anche se non penso che Tris somigli a Katniss... K. è tutto un altro mondo--in positivo, io la amo LOL) e sulla loro maturazione. Inoltre... beh, la storia non ha un suo perché, però in qualche modo mi ha divertita e intrattenuta, e ha continuato a tornarmi in testa ogni tanto. Inoltre sono curiosa di vedere come l'autrice andrà avanti visto che non ne ho la più pallida idea, e questo è da collegarsi al "perché" di cui parlavo prima. Non essendoci uno scopo, non capisco dove voglia andare a parare (e per quanto strano, mi incuriosisce) xD Spero abbia qualcosa in mente, e non stia scrivendo tanto per scrivere!

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    1. Grazie mille per il complimento, cara Isabella :) Non parlarmi di battaglie mentali, perché non hai idea di quanto tempo abbia passato a tormentarmi domandandomi "Ma perché questo Divergent non mi sta prendendo? Che fine hanno fatto quelle quasi cinque stelle affibbiategli su Goodreads?". Riguardo tutto ciò che hai affermato, poi, non posso che essere pienamente d'accordo, nel senso che Insurgent mi attira proprio perché sono bramoso di scoprire dove la Roth voglia andare a parare. E, in tutta sincerità, m'incuriosisce da impazzire anche il fatto che, avendo ucciso un botto di personaggi nella parte finale di Divergent, Insurgent sarà di certo popolato da nuovi compagni di viaggio di Tris, i quali, notata la bravura della Roth nel presentare personaggi convincenti, non vedo l'ora di conoscere! Essì, cara Isabella, tra Katniss e Beatrice non c'è alcun paragone :)

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  3. io non l'ho ancora letto... ho visto che tutti ne parlano bene... tu sei il primo che dice che potrebbe essere deludente... va beh lo scoprirò solo leggendo XD

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    1. Eh sì, cara daydream :D Allora attendo la tua recensione :)

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    2. Finalmente l'ho finito e ho riletto la tua recensione :D
      Beh che dire, a me non è dispiaciuto affatto lo stile della Roth, non mi ha pesato (:
      Comunque sarà che io non mi aspettavo Hunger Games, ma non mi ha deluso, assolutamente!
      Ma non penso neanche lontanamente sia il nuovo HG figurarsi! Penso nessuno riuscirà ad eguagliare la Collins (:

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    3. Secondo me è stata questa la peculiarità che ha fatto la differenza: il fatto che io mi aspettassi il nuovo HG e tu no :) Sono proprio contento, comunque, che ti sia piaciuto, cara Deni ^^

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    4. grazie :D
      no io penso HG sia inarrivabile come ho già detto :D

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  4. Anche io mi aspettavo molto da questo romanzo, lo attendevo con ansia e non vedevo l'ora di leggerlo. Alla fine, invece, mi sono ritrovata a scrivere una recensione negativa come la tua. Che peccato, davvero.

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    1. Benvenuta, Bethany! ^^ Eh già, sono rimasto un po' di stucco. Mi aspettavo tanto, non ho ricevuto molto... Chissà, magari Insurgent sarà migliore :D Io confido molto in questo secondo volume :)

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