Salve a tutti, miei cari amici
lettori!
Dopo la cinquantesima puntata
della rubrica a cadenza settimanale In My Mailbox (
qui), sono ritornato, in
questo pomeriggio afoso di giugno, sul Blog per parlarvi di una lettura da poco
terminata. Una lettura che inizialmente mi aveva letteralmente conquistato, ma
che con il suo proseguo mi ha un po’ deluso. Non sto dicendo che il libro non
mi sia piaciuto -
attenzione! -, però mi aspettavo di più. Le premesse lasciavano
trasparire qualcosa di più positivo…
Rullo di tamburi!
«Ti inseguirà come un sogno. Ti trascinerà senza via di scampo.»
(Cassandra Clare, autrice della serie Shadowhunters)
Titolo:
Chi è Mara
Dyer
Autore: Michelle
Hodkin
Titolo originale: The Unbecoming of Mara Dyer
C. E.: Mondadori, collana
Chrysalide
Prezzo: 16.00 euro
Pagine: 431
Genere: Thriller
Paranormale Young Adult
Trama: Era solo un gioco. Eppure Mara non voleva partecipare alla seduta
spiritica con le sue amiche Rachel e Claire. Sei mesi dopo, Mara si risveglia
dal coma in una stanza di ospedale. E le sue amiche sono morte. Cos'è successo
quella notte al manicomio abbandonato? Perché Mara è l'unica sopravvissuta?
Orribili allucinazioni iniziano a perseguitarla e un dubbio si insinua nella sua
mente: e se fosse stata lei a causare quelle morti, come aveva predetto la
seduta spiritica? L'incontro con il turbolento, bellissimo Noah potrebbe essere
la sua salvezza o la sua definitiva condanna. Perché anche Noah ha un segreto,
legato al grande mistero che la tormenta: chi è Mara Dyer?
La mia opinione
Non
avete idea di quanto sia difficile per me stilare questa recensione. Pensate, per
giorni ho immaginato questo momento. Riuscivo persino a vedermi seduto dietro
la mia scrivania con un sorriso raggiante perennemente stampato sulla faccia e
il classico sguardo di chi ha appena terminato di leggere qualcosa di puramente
strepitoso puntato sullo schermo del computer, il tutto, magari, accompagnato
dalla presenza del romanzo Chi è Mara Dyer di Michelle Hodkin, il quale,
poggiato in piedi sull’ultimo ripiano della libreria dinanzi a me, mi fissava
ancora più felice del sottoscritto per esser riuscito ad andarmi a genio.
Inutile dire che la situazione, invece, è quasi del tutto differente. Certo,
sono sempre seduto dietro la mia scrivania e Chi è Mara Dyer è di fronte
a me, ma sul mio viso non è dipinto alcun sorriso, il mio sguardo non è quasi per nulla raggiante. E tutto ciò non è dovuto al
caldo soffocante che negli ultimi tempi mi sta uccidendo, ragazzi: è dovuto
soprattutto a Chi è Mara Dyer. Da mesi attendevo con ansia la sua
pubblicazione in Italia. Amavo la sua cover, veneravo il suo plot,
riponevo fiducia nelle più che entusiastiche opinione lette in Rete firmate dai
nostri colleghi d’oltreoceano. E invece? Una mezza delusione. Sicuramente la cover
e il fantastico formato targato Chrysalide attraverso il quale la Casa Editrice
Mondadori ha lasciato giungere fra gli scaffali dei book-shop italiani
Chi è Mara Dyer merita di esser segnalato - in positivo - almeno tanto
quanto la fetta paranormale appartenente alla trama del volume. Ma c’è stato un
elemento, uno solo, onnipresente durante la lettura della seconda metà
del tomo, che è riuscito a scombussolare del tutto i miei piani riguardo Chi
è Mara Dyer. Che non gli ha permesso di subentrare di diritto all’interno
della lista dei miei romanzi preferiti, come invece avevo previsto. Un elemento
che mi lascia davvero perplesso e che da tempo non mi assaliva in questa
maniera. Di cosa si tratterà? Prima di scoprirlo, immergiamoci lentamente
all’interno della trama a metà strada fra il Mystery e l’Urban Fantasy di Chi
è Mara Dyer.
Chi è Mara Dyer,
romanzo d’esordio dell’ormai parecchio apprezzata autrice Michelle Hodkin,
primo volume di una duologia già pianificata intitolata
Mara Dyer, il
cui secondo ed ultimo tomo,
The Evolution of Mara Dyer, sarà disponibile
negli Stati Uniti solo a ottobre 2012 - e quindi per il 2013 in Italia -, narra
le vicende della
teenager Mara Dyer - che non è il vero nome della
protagonista ma, come suggerito anche dal Teaser promozionale reso pubblico
dalla Mondadori da un po’ di tempo a questa parte, uno pseudonimo - a partire
dal momento che segnerà per sempre la sua esistenza in poi. Nelle prime pagine
del libro, infatti, il lettore viene catapultato nel
Prima degli
avvenimenti effettivi raccontati dalle pagine di
Chi è Mara Dyer. Il
lettore si ritrova dinanzi ad una Mara spensierata, divertita, che consulta per
scherzo assieme alla sua più cara amica, Rachel, e alla guastafeste Claire,
giunta solo da poco nel paese in cui Mara e la sua famiglia vive e che le pian
piano sta sgraffignando Rachel, una tavola Ouija a cui proprio Rachel chiede in
che maniera avverrà la sua morte, e la tavola, in modo piuttosto sconcertante e
ben realizzato, indicherà semplicemente un nome:
Mara. È a questo punto
che il lettore viene trascinato nel
Dopo, nel presente delle vicende
raccontate in
Chi è Mara Dyer. Mara si trova in un letto d’ospedale. I
medici le spiegano che è rimasta incosciente per tre giorni consecutivi. Che si
è salvata da una catastrofe. Che il Manicomio è crollato. Che Rachel, Claire e
Jude, il suo ragazzo nonché fratello di Claire, erano morti. Ma Mara non
ricorda nulla. Mara non sa di cosa stiano parlando. Sa solo che non c’è più
posto per lei nel Rhode Island. Così, il padre e la madre di Mara decidono di
trasferirsi assieme ai loro tre figli in Florida, nei pressi di Miami, dove
Mara potrà rifarsi una vita. Ma sarà proprio lì che, invece, la nostra
miracolata protagonista sarà vittima di avvenimenti inspiegabili: visioni
spaventose la perseguiteranno di giorno e incubi terrificanti che l’aiuteranno
a rammentare il passato la turberanno di notte. Cosa sarà mai successo al
Manicomio, in realtà? E cosa desidererà mai Noah, il
british bad guy
della situazione, che pare essere interessato a Mara?
Okay,
va bene. Mi rendo conto che tutta questa
suspense per l'elemento di cui parlavo sopra, quel qualcosa che
riguardo solo me, e che, a quanto pare, non è stato riscontrato in nessun altro
lettore che si sia ritrovato in compagnia di Mara Dyer, è un po’ troppo. Ma
siccome si tratta di un difetto, e di certo il mio voto finale sarà più basso
in confronto alla strabiliante media che su siti come
aNobii e
Goodreads il
tomo possiede, devo inserirlo nell’ultimo paragrafo. Ho bisogno di lasciarvi
quel senso di amarezza in bocca che nella recensione riguardo
Anna vestita
di sangue di Kendare Blake (
qui) avevo tanto bandito. Per cui, adesso, analizziamo
pure insieme i pregi di
Chi è Mara Dyer. Primo fra tutti, lo stile
narrativo dell’autrice. Cavolo, ragazzi, ammetto di non aver neanche
lontanamente percepito che Michelle Hodkin fosse una scrittrice esordiente
finché non mi son ritrovato a svolgere qualche ricerca on-line per la presente
recensione. Ho adorato la poesia della sua penna. Un penna di certo fluida,
colma di arricchimenti raffinati, che mescola per bene sequenze descrittive e
dialogiche - anche se queste, qualche volta, hanno avuto la meglio. Mi è
piaciuta, poi, anche la struttura del volume. I
Prima e i
Dopo
hanno reso la lettura più intrigante. Anzi, devo proprio ammettere che sono
stati i
Prima a spingermi nel terminare il volume in così poco tempo, se
fosse stato per i
Dopo sarei ancora intorno a pagina cento. Ultima carrellata
di pregi principali da affibbiare a
Chi è Mara Dyer: partiamo con
proprio con Mara Dyer. Già, avete letto bene e mi scuso per la ripetizione, era
necessaria. Ho trovato Mara una protagonista davvero interessante, contestualizzata
in un mondo altrettanto ben costruito e in un universo sovrannaturale ottimamente
plasmato. Certo, se parliamo di Mara ritorniamo sulla scia delle classiche
protagoniste Urban Fantasy a cui fino a qualche tempo fa leggevamo in
continuazione, ma è stata proprio quella lieve spolverata di
clichés che
l’autrice ha amalgamato all’interno del suo personaggio - e che va indubbiamente
in contrasto con i freschi e innovativi elementi sovrannaturali di cui
Chi è
Mara Dyer può vantarsi - a rendere Mara reale e soprattutto originale.
Ebbene,
signore e signori, il momento
clou della recensione è finalmente giunto.
Il difetto principale di
Chi è Mara Dyer secondo il sottoscritto sta per
esser annunciato. La pecca che si è intromessa fra me e le mie fantasticherie
riguardo questo romanzo, che si prometteva davvero splendido, sta per diventare
di dominio pubblico.
Musichetta triste, prego. Ragazzi, sembra qualcosa
di futile, ma vi avverto: non lo è. Si tratta della più grande sbavatura che un
libro possa avere e del peggior stato d’animo che possa riscontrare in colui
che si ritrova a sfogliarlo:
la Noia. Okay, sono convinto che qui
qualcuno avrà storto il naso, qualcun altro sarà scoppiato a ridere, e ci sarà
di certo qualche altro che avrà sgranato gli occhi. Ma è proprio così. Santo
cielo, a un certo punto mi è venuta voglia di urlare. Era da tempi
immemori che un romanzo non mi annoiava in questa maniera. Nelle parti smielate
e sdolcinate fra Mara e Noah, camuffate in scontri psicologici d’alto rango, e
nei loro appuntamenti che ricalcano la classica scena dove Lui fa: «Verresti
con me?», e lei ribatte: «Sì, ma non è un appuntamento», quando nel frattempo
sta pensando:
Certo-che-lo-è-e-non-dovrei-accettare-ma-esco-lo-stesso-con-lui-perché-è-un-figo-da-paura-però-non-glielo-dirò-mai-visto-che-non-ho-intenzione-di-accontentarlo,
e il tutto si conclude con baci appassionati tra adolescenti, sono stato
davvero sul punto di lanciare Chi è Mara Dyer fuori dalla finestra. Ragazzi,
mi spiace se non la pensate come me, se avete trovato il rapporto fra Mara e
Noah speciale, ma capitemi: ho all’attivo quasi trecento romanzi destinati ad
un pubblico di Young Adults letti nel giro di due-barra-tre anni, e questo non mi è sembrato altro che l’ennesimo copia-incolla di fronte a cui mi ritrovo. Sbadigliare
diventa quasi d’obbligo per me, a questo punto. E poi, sinceramente, non mi
sarei mai e poi mai aspettato una roba del genere da Chi è Mara Dyer. Mi
ero preparato ad un tomo del tutto differente. Peccato. Davvero. Tutta
quell’aspettativa andata in fumo. Menomale che erano presenti i Prima,
di cui ho ampiamente parlato più su. Se ho apprezzato discretamente Chi è
Mara Dyer è soprattutto a causa loro.
Conclusione.
Non so se, in fondo, quell’amaro in bocca che vi avevo promesso lo stiate
sentendo, ma se è davvero così, sono pronto a chiarificarvi ulteriormente le idee, suggerendovi o meno il romanzo grazie ad una suddivisione di noi lettori in tre categorie - è il modo più comodo che abbia trovato. Categoria Numero Uno:
volete un romanzo di genere Urban Fantasy con una sottotrama Mystery
incredibilmente gradevole, servita, però, solo come contorno di una storia d’amore
incredibilmente sugli
standard che siete convinti non vi farà venire la
nausea? Comprate
Chi è Mara Dyer. Lo amerete nel vero senso della
parola. Categoria Numero Due: ne avete abbastanza di storie alla Patch e Nora
de
Il bacio dell’angelo caduto di Becca Fitzpatrick (
qui, la mia
recensione) però vi attira la sottotrama Mystery mescolata all’Urban Fantasy di
cui accennavo sopra? Comprate ugualmente
Chi è Mara Dyer. Non rientrerà
fra i vostri volumi preferiti e a tratti vi potrebbe annoiare, ma alla fine non
ne sarete del tutto delusi e riuscirete ad apprezzarlo discretamente. Categoria
Numero Tre: state per gridare un «
Basta!» tremendo alle classiche storie
romantiche da tempo propinateci dagli autori, e il
plot di
Chi è Mara
Dyer vi attira ma non più di tanto? Girate alla larga dal romanzo.
Michelle Hodkin
Mara Dyer Series
1. Chi
è Mara Dyer, 2012 (The Unbecoming of Mara Dyer, 2011)
2. inedito
in Italia (The Evolution of Mara Dyer, previsto negli USA per ottobre 2012)
Consigliato e non consigliato.
Dipende da quale delle tre Categorie di lettori
di cui parlavo nell’ultimo paragrafo della recensione
appartenete.
Voto:
3 ½
P.S.: Giusto per saziare la vostra curiosità, nel caso ci fosse: io appartengo alla
Categoria Numero Due.
Michelle Hodkin
Michelle Hodkin è cresciuta nel
sud della Florida, è andata al college a New York e ha studiato legge nel
Michigan. Quando non scrive la si può trovare intenta a districare strani
oggetti dalle fauci dei suoi tre animali domestici. Questo è il suo primo
romanzo.