giovedì 1 marzo 2012

Recensione: Il canto della notte di Camilla Morgan-Davis

Bentornati a “Gocce d’inchiostro”!

Quest’oggi la nostra attenzione sarà interamente incentrata su un romanzo tutto italiano davvero particolare, il quale, però, è sbarcato nelle librerie nostrane lo scorso ottobre 2010, per conto della Casa Editrice Zero91, che ringrazio per la copia inviatami!

Rullo di tamburi!

Il canto della notte è la voce della Luna che scivola tra gli alberi,
accarezza il fiore Orchimola, soffia tra le Creature dei boschi e raggiunge il cuore
di ogni Licantropo


Titolo: Il canto della notte
Autore: Camilla Morgan-Davis
C. E.: Zero91
Prezzo: 17.00 euro
Pagine: 262
Genere: Urban Fantasy Young Adult

Trama: È una giornata qualunque. Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma. In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo. Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli altri, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così. La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne. Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà?


La mia opinione

Sin dal momento in cui mi sono imbattuto, lo scorso ottobre 2010, nei Posts che girovagavano on-line con lo scopo di presentarlo al lettore, ho sempre desiderato leggere l’invitante e ambiguo Il canto della notte, un romanzo che solo guardandone la cover mi ha conquistato, attraendomi ancora di più in seguito alla lettura della sua sinossi, a dir poco unica. Il motivo per cui, però, non sono mai riuscito a comperare il libro nasce dal fatto che la reperibilità dei romanzi, nel paesino di provincia in cui vivo, è davvero scarsa. Ma per fortuna c’è la Zero91 che gentilmente ha accettato d’inviarmene una copia, assieme al suo sequel (in uscita giusto oggi), Il canto delle ombre.

Ma di cosa narra questo romanzo dalla copertina estasiante?

Nella prima parte de Il canto della notte, viene presentato lo stile di vita, e quindi la stramba e a noi aliena quotidianità di Maila, la ragazza lupo protagonista dell’intero tomo, nonché della trilogia da esso iniziante. Maila è una diciottenne molto solitaria che vive assieme ad un nutrito gruppo di licantropi orfani e giovani, come lei, guidati da un certo Victor e dalla sua cieca consorte, Lisaika. Il motivo della cecità di Lisaika, però, è molto arcano: Lisaika è, infatti, una licantropa capace di avere visioni che prevedono il futuro. Nel frattempo, però, pare che ad Amadriade, il paesino in cui vive Maila, stia accadendo qualcosa di molto strano, si stanno susseguendo una serie di omicidi, omicidi che porteranno Maila a scoprire delle verità sconcertanti che la riguardano molto da vicino, ma cosa ancora più importante, che la porteranno diritta nelle braccia della sua anima gemella. Chi starà compiendo gli omicidi in questione? Perché? Quali saranno le vere origini di Maila?

Prima di passare ad analizzare lo stile narrativo dell’autrice, vorrei premettere che la struttura de Il canto della notte è molto schematica. La Morgan-Davis, infatti, ha deciso di suddividere il volume in tre parti, composte di all’incirca una dozzina di capitoli ciascuna, ognuna delle quali termina lasciando il lettore con il fiato sospeso.

E ora passiamo pure alla penna di Camilla. Nella prima parte de Il canto della notte, sicuramente solo ed esclusivamente introduttiva, si nota molto il fatto che l’autrice possieda una scrittura ancora parecchio acerba (non per niente Il canto della notte è proprio il suo romanzo d’esordio), la storia, infatti, viene narrata in alcuni punti in maniera molto soft e canonicamente descrittiva, mentre in altri si passa drasticamente a scene adrenaliniche, composte da frasi secche e spietate, quasi raggelanti persino quando non c’è n’è alcun bisogno, e ciò crea un certo rallentamento della lettura. Anche dal punto di vista narratologico avrei qualcosina da criticare, come la presentazione rapidissima dei membri della famiglia di Maila, dei quali, nel seguito del volume, si perdono completamente le tracce. Per fortuna, già a partire dalla seconda parte, sono riuscito a notare un grandissimo miglioramento nello stile dell’autrice, che diventa molto abile nell’utilizzo di metafore e similitudini, paragoni e figure retoriche, le quali rendono il plot narrativo molto originale, ma soprattutto dal retrogusto gotico e dark, per non parlare poi dalla quasi perfetta caratterizzazione dei personaggi di Maila e Ren. Nella terza parte, infine, è quasi inutile dirlo, raggiungiamo livelli davvero alti, e lo dico proprio spontaneamente. *Non continuate se non desiderate spoiler* Il viaggio di Maila nel Regno di Ayta è scritto, infatti, in maniera davvero egregia.

Per quanto riguarda Maila ho proprio poco da dire, perché la nostra licantropa solitara è una protagonista speciale. Non rispettando i soliti canoni della ragazza indifesa bramosa del belloccio della situazione, il personaggio chiave, nonché principale, nonché scoperta de Il canto della notte, rientra sin da subito nelle grazie del lettore, chiedendogli insistentemente di non abbandonare mai il tomo sino al suo termine.

Ottimo, poi, il co-protagonista: Ren. Ren è davvero la cosa più congruente a Maila che potesse esserci. Il loro rapporto è, anche se inizialmente un po’ troppo frettoloso, unico, sincero e profondo.

Per quanto riguarda la mitologia, non c’è che dire. Davvero fenomenale e sensazionale. Perfettamente originale, la versione dei licantropi dataci dalla Morgan-Davis è ben articolata e complessa, forse una delle migliori degli ultimi tempi. Sfortunatamente non posso scendere più nei particolari altrimenti comincerei a spoiler are in maniera assurda, ma posso dirvi ugualmente che non potrete in alcun modo restare delusi dalla parte sovrannaturale de Il canto della notte.

Ho adorato molto, poi, il perenne sfondo dark e gotico che l’autrice ha voluto affibbiare alla sua storia, il quale contribuisce a dare al romanzo una verve molto particolare, che rende lo ancora più unico di quanto già non fosse.

Alla base di tutto ciò che è stato detto, posso concludere dicendo che Il canto della notte è sicuramente un testo che non può mancare nelle vostre assortite librerie Urban Fantasy, anche perché vi assicuro che vi perdereste davvero molto. E se la prima parte vi lascerà un po’ perplessi, continuando vi ricrederete, proprio come è successo a me.


Camilla Morgan-Davis
Trilogia “Il canto della notte”
  1.   Il canto della notte, 2010
  2.   Il canto delle ombre, 2012, qui, la mia recensione
  3.   senza titolo e ancora inedito


Consigliato a coloro che non possono fare a meno di un bell’Urban Fantasy
 dalle venature gotiche che, anche se con qualche difettuccio,
rimane una lettura davvero piacevole


Voto:  4


P.S.: Spero di cominciare domani Il canto delle ombre, quindi, per chi fosse interessato, rimanete sintonizzati su “Gocce d’inchiostro”!


Camilla Morgan-Davis

Camilla Morgan-Davis (Sanremo, 1982) allo scoccare della mezzanotte inizia a scrivere seduta alla scrivania, chiusa in un appartamento ricavato da vecchio monastero abbandonato. Di giorno si occupa di scienze sociali e letteratura on line, utilizzando il suo vero nome.

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