domenica 3 giugno 2012

Recensione: Silver di Asia Greenhorn

Salve a tutti, miei cari amici lettori!

Come promesso nella premessa presente nel post di Prossima Uscita relativo a Bleeding Love di Alyxandra Harvey (qui), eccomi qui per proporvi la mia recensione riguardo un romanzo che ho letto in poche ore, nonostante la sua mole non sia poi tanto breve. Il sequel di un tomo che, lo scorso hanno, ha diviso in due gruppi le opinioni dei suoi lettori: chi lo apprezzò, e chi non lo apprezzò. Di quale romanzo starò mai parlando?

Rullo di tamburi!

L’amore a volte non concede l’ultimo sospiro.


Titolo: Silver
Autore: Asia Greenhorn
C. E.: Mondadori, collana Chrysalide
Prezzo: 17.00 euro
Pagine: 499
Genere: Urban Fantasy Young Adult

Trama: Winter non può liberarsi dei fantasmi del passato perché ora sa che alla sua natura umana è da sempre intrecciata quella vampira. Nelle sue vene scorre il sangue delle due stirpi e il risveglio dei suoi poteri minaccia di travolgerla. Adesso che la sua esistenza ha smesso di essere un segreto, il Patto tra umani e vampiri è più che mai in pericolo. A Londra esplode la violenza e un mondo sconosciuto ai più rischia di venire allo scoperto con conseguenze devastanti. Per proteggere coloro che ama, Winter non ha altra scelta che abbandonare Cae Mefus e imparare ad affrontare la voce della Sete che le sconvolge la mente. Forse, però, è troppo tardi per riuscire a salvare Rhys: l'immortalità che gli ha donato potrebbe rivelarsi la sua inesorabile condanna.


La mia opinione

Era fine febbraio 2011 quando Winter, misterioso romanzo dalla copertina mozzafiato e dalla trama intrigante, sbarcava fra gli scaffali delle librerie italiane. Per mesi i lettori non avevano fatto altro che porsi mille quesiti riguardo quel tomo dal magico titolo la cui cover e plot narrativo, per un bel po’ di tempo, non fecero che rimanere avvolti in un’intrigante aura di mistero. A partire dalle ultime settimane del 2010, infatti, avevamo cominciato a ritrovare il termine Winter, «inverno», ovunque: sugli schermi dei nostri computer, stampato sui segnalibri, appiccicato sul muro delle librerie. Nonostante non se ne conoscesse praticamente nulla, Winter era sulla bocca, o meglio, sulla tastiera di tutti. E ciò non poté che portare al fatto che tutti gli appassionati di Urban Fantasy, non appena vennero a conoscenza dell’uscita di Winter, corsero in libreria, pronti ad acquistarlo. Quello che è avvenuto in seguito lo sappiamo piuttosto bene. Recensioni contrastanti: pareri drasticamente negativi e pareri incredibilmente entusiastici facevano capolino da tutte le parti durante il mese di marzo. Non si parlava d’altro. E io, non potendone più, intorno agli inizi di aprile, presi Winter, immergendomi, spinto da una mia cara amica, immediatamente nelle sue pagine. Pagine che, rammento, anche se in modo piuttosto sfocato, scivolarono fra le mie dita piuttosto rapidamente, lasciandomi terminare la storia di Winter, protagonista del testo, in non molto tempo. Eppure, quando lo conclusi e lo passai all’amica di cui parlavo più sopra, realizzai che Winter mi aveva lasciato un gusto amaro in bocca. Desideravo di più. Mi aspettavo di più. Troppi clichés, mal caratterizzazione dei personaggi, ritmo della storia incostante. Ecco perché avevo quasi gettato la spugna, con questa saga. Poi, grazie alla Mondadori, ho potuto cominciare Silver, protagonista indiscusso di questo post, secondo volume del ciclo - composto da un numero di tomi ancora non ben definito -, che ho divorato nel giro di poche ore. Mi sarò ricreduto, oppure Silver mi avrà deluso tanto quanto fece Winter, un anno fa? Per scoprirlo non dovete far altro che continuare a leggere la presente recensione. Ma prima, tuffiamoci pure all’interno della trama di Silver, come d’abitudine.

A differenza di molti altri romanzi Urban Fantasy destinati ad un pubblico di Young Adults, le vicende narrate da Silver, e in precedenza anche da Winter, vengono raccontate attraverso l’utilizzo della terza persona, scelta stilistica da parte di Asia Greenhorn, autrice del plot, più o meno contestabile che, però, personalmente apprezzo non poco. Nelle ultime pagine di Winter avevamo lasciato Winter Starr, giovane sedicenne protagonista della storia, salutare la sua migliore amica londinese Madison Winston, la quale, in treno, dopo una breve e pericolosa visita dalla sua compagna d’infanzia Winter, stava ritornando a casa allontanandosi da Cae Mefus, cittadina della periferia gallese dove Winter, qualche mese prima, era stata costretta a trasferirsi a causa dei problemi di salute accusati da sua nonna, Marion Starr. Winter era stata accolta in casa Chiplin come una figlia da Morwenna e Griffith, come una sorella da Gareth, Eleri e Dai, i quali, tutti, avevano accettato la sua vera natura. Al termine di Winter eravamo, infatti, venuti a conoscenza di qualcosa che aveva turbato la nostra protagonista e ogni persona che le stava accanto: Winter è una discendente di entrambi le Stirpi - sua madre era una mortale, suo padre un redivivo - e il suo sangue ha la capacità di donare l’immortalità ai vampiri. L’originalità principale della mitologia vampiresca creata dall’italo-inglese Asia Greenhorn, infatti, consiste nel fatto che i suoi non-morti non sono immortali, come siamo abituati a incontrarli, ma possono morire proprio come gli umani, anche se pur sempre a distanza di secoli dalla propria nascita. E poi, come se non bastasse, eravamo stati pure spettatori del fatto che Winter avesse donato il proprio fluido vitale al ragazzo che ama, Rhys Llewelyn, vampiro diciottenne che, adesso, quindi, è divenuto immortale. In Silver ritroveremo tutti i personaggi che avevamo imparato a conoscere in Winter, ma, cosa ancora più importante, verranno ad aggiungersene altri, i quali non potranno che portare scompiglio nella vita di Winter e in quella dei suoi amici. In Silver, inoltre, Winter e Rhys dovranno fare i conti con le conseguenze che la resa in immortale di lui ripercuoterà nelle loro vite e nel loro rapporto. E ben presto, come se non bastasse, realizzeranno che non pochi redivivi sono interessati a vivere per l’eternità…

Come dicevo più sopra, prima di cominciare Silver rammentavo poco e niente di Winter. Avevo, infatti, rimosso parecchi particolari riguardo la sua lettura. Tutto era piuttosto sfocato. Non ricordavo, ad esempio, niente dello stile dell’autrice, né i nomi dei protagonisti principali del testo, né tantomeno l’ambientazione delle vicende, per cui, sin dal momento in cui, pronto a cominciarlo, ho stretto fra le dita Silver, ero consapevole del fatto che, in un modo o nell’altro, stessi per lanciarmi in qualcosa di almeno inizialmente confusionario. Invece, con mio grande piacere, e, devo ammetterlo, anche stupore, Asia Greenhorn è capace, sin dalle prime righe, di riportare il lettore all’interno del mondo da lei creato con estrema facilità, riuscendo a far riaffiorare nella sua mente persino quei particolari appartenenti alla lettura di Winter che più aveva sepolto in fondo ai suoi ricordi. Particolari che rendono l’universo della Greenhorn un posto quasi reale, dove la mitologia colonna portante del plot invade ogni angolo della storia, restando onnipresente e rendendola piuttosto originale. Ho sottolineato «piuttosto» perché, in Winter, all’interno di tutto ciò che concerneva la relazione fra Winter e Rhys, devo ammetterlo, di clichés ne erano presenti parecchi. Clichés che, sfortunatamente, avevano quasi in toto abbassato il valore del testo, il quale, però, nell’ultima, più avvincente parte si era rivelato esaustivo - se ve lo state chiedendo, sì, almeno le mie personali impressioni riguardo al romanzo le ricordo piuttosto bene. In Silver, invece, ogni tipo di cliché viene abbattuto, in modo tale da poter esplorare e analizzare al meglio, facendole incastonare anche nei rapporti fra i personaggi, ogni peculiarità nata in seguito alla totale esposizione, nelle ultime righe di Winter, della mitologia vampiresca creata dalla Greenhorn.

Per quanto riguarda, invece, lo stile narrativo di quest’ultima premetto subito il fatto che, effettivamente, proprio a causa sua, a suo tempo, nacquero i problemi principali che Winter riscontrò nel suo pubblico. Molti lettori, infatti, non riuscirono ad apprezzare sino in fondo la penna di Asia Greenhorn, la quale, di conseguenza, fu ampiamente stigmatizzata nelle recensioni che, l’anno scorso, invasero la Rete. Coloro ai quali non andò a genio, infatti, si lamentarono della mania della scrittrice di cambiare, nel giro di poche frasi, drasticamente il POV (point of view) della narrazione. Cosa che, invece, per quel che mi concerne, rappresenta il più grande pregio di entrambi i romanzi, pregio sicuramente messo più in risalto all’interno di Silver che in Winter, essendo stato, quest’ultimo, il romanzo d’esordio di Asia Greenhorn, e tutti sappiamo che gli esordi contengono sempre qualche sbavatura. Ciò che, invece, mi ha destabilizzato, in Silver, e non mi ha fatto alimentare maggiormente il voto finale, è stato il rallentamento del proseguo delle vicende nella parte incastonata fra la metà e la fine del volume. Un rallentamento che mi ha fatto storcere il naso più e più volte, che, però, va a dileguarsi con la vicenda clou del tomo, presente, però, solo nelle ultime ottanta pagine.

In conclusione, non posso mica non consigliare la lettura di Silver. Anzi. Silver è sicuramente un romanzo di rapida e semplice lettura, che termina nel giro di poco tempo nonostante la mole piuttosto corposa del volume, e che, quindi, potrebbe rappresentare, sicuramente, un’ottima compagnia per una giornata passata al mare, sotto l’ombrellone. Certo, prima, se non l’avete letto, dovrete vedervela con il meno brillante Winter, ma se siete alla ricerca di una storia carina a metà strada fra il fantastico e il romantico, e soprattutto non avete ancora letto molti romanzi di genere Urban Fantasy, lanciatevi pure nella lettura di questa saga. Sono certo che non ve ne pentirete. E poi, come potete dire di no a delle copertine del genere?


Asia Greenhorn
  Winter Saga
    1. Winter, 2011
    2. Silver, 2012
    +. altri romanzi


Consigliato a quei giovani lettori che desiderano una storia carina e di rapida lettura
a metà strada fra il fantastico e il romantico.


Voto:  3 ½


Asia Greenhorn

Asia Greenhorn (Londra, 1980) è cresciuta in una piccola cittadina nel nord del Galles, in mezzo ai paesaggi incantati dello Snowdonia National Park. Vive a Milano insieme a Crumb, il suo fedele gatto siamese. Con Mondadori ha già pubblicato Winter, prequel di Silver.

6 commenti:

  1. Lo devo comprare, assolutamente..
    Grazie per la bellissima recensione, come sempre Jean :)

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    1. Allora non vedo l'ora di leggere la tua opinione a riguardo, cara Ronnie :) Grazie mille per i complimenti ^^

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  2. Prima o poi prenderò il primo ^^ ormai ho una coda di libri da prendere fin troppo grande LOL bella recensione! (:

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    1. Grazie mille, Deni :) Gentilissima! Guarda, se vuoi rilassarti e desideri una lettura senza troppe pretese, be', fa proprio al caso tuo ^^

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  3. Oddio, ho letto entrambi e la trama non è molto interessante, nel senso che ha molti luoghi comuni e pochi spunti originali, forse una caratteristica nuova è il punto di vista che ruota e viene espresso di rado in prima persona. Personaggi poco profondi e poco caratterizzati... mi sembra di essere tornati alle commedie di Goldoni. Copertina accattivante...vero

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  4. Grateful for you writing this blog.

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